Lo sport, la storia e l'architettura sono un tutt'uno. Un esempio è quello della città di Barcellona: la designazione di sede dei Giochi Olimpici del 1992 ha dato un nuovo impulso non solo per lo stadio olimpico costruito nel 1929, ma anche per il rinnovamento di gran parte della città. Questo slancio permane vivo e forte, come dimostra l'ultimo ammodernamento dello stadio del 2010 per i Campionati Europei di Atletica.
Senza volerlo, il monte Monjuïc evoca l'antico Olimpo. Non solo perché in numerose occasioni ospita i migliori atleti del mondo, ma anche perché la mitologia e la storia, talvolta mutevoli, possono intrecciarsi in parallelismi stupefacenti.
Secondo la mitologia greca, il Monte Olimpo era l'abitazione delle dodici divinità olimpiche, guidate da Zeus; nella mitologia romana invece, Zeus era chiamato Giove. Ciò potrebbe sembrare irrilevante, ma il nome “Monjuïc” deriva dalla forma latina Mons Iovis, cioè monte di Giove o Monte di Zeus, ed evoca in questo modo proprio l'antico Olimpo.
Coincidenza o meno, il monumentale Stadio Olimpico è stato costruito nel 1929 in occasione della nuova Esposizione Universale proprio ai piedi del Monjuïc. Sempre mantenendo la vecchia facciata, nel 1989 è stato costruito un nuovo stadio con una capienza di 60.000 spettatori. Per i giochi olimpici del 1992 è stato invece aggiunto l'"Anello olimpico", con circa 10 km di strade, vie, fontane e parchi. In questo stadio, centinaia di atleti hanno emulato le prodezze dell'Olimpo, disputando i Giochi Olimpici. La nuova struttura è stata inaugurata nel 2001 con il nome di Stadio Olimpico Lluís Companys ed è stata dedicata al presidente della Generalidad de Cataluña, Lluís Companys.
Ma la storia non si ferma, va avanti creando miti. In occasione dei Campionati Europei di Atletica del 2010 è stata realizzata una modifica interna dello Stadio Olimpico, che comprendeva il rinnovamento della pista sintetica di atletica più veloce del mondo.
Per Àgata Buxadé, architetto responsabile del progetto di ristrutturazione dello stadio, i numeri hanno confermato il successo. “Durante il Campionato Europeo del 2010 sono stati battuti 22 record nazionali, 7 record del Campionato, 13 record europei juniores e sono stati registrati i tre record mondiali dell'anno. In totale, più del 10% degli atleti partecipanti hanno battuto il proprio record personale”, sottolinea Buxadé.
Questi sono alcuni risultati che Josep Sánchez Ponsá, direttore dello Stadio Olimpico Lluís Companys sottoscrive a pieno. “Tutti gli atleti sono entusiasti dei risultati ottenuti su questa pista con la nuova pavimentazione, i record registrati durante il "Meeting Internazionale di Atletica Ciudad de Barcelona 2011" sono eccellenti e anche il presidente della RFEA (Real Federación Española de Atletismo) al termine del Meeting, ha affermato scherzando: "Vorrei ringraziare per aver accorciato la pista, perché tutti gli atleti spagnoli hanno ottenuto i risultati minimi per essere ammessi al prossimo mondiale".
Buxadé, socio fondatore della società 2Buxadé, Margarit, Ferrando S.L.P, spiega che durante la stesura del progetto c'è stata una collaborazione anche con il reparto tecnico di Mondo “per definire nei dettagli le caratteristiche tecniche specifiche dello Stadio Olimpico”. Tra il primo contatto e la consegna del progetto esecutivo sono trascorsi indicativamente tre mesi.
La nuova pista comprende nove corsie ed è formata dalla pavimentazione sintetica Mondotrack FTX, una superficie prefabbricata di ultima generazione con uno spessore costante per conferire maggiore stabilità e sicurezza ai movimenti degli atleti.
La pavimentazione è stata installata in due fasi: la prima fase, nel 2009, è durata 15 giorni e ha visto la realizzazione delle due mezze lune. In questa fase sono stati coinvolti sei operai Mondo. Nella seconda fase nel 2010, si è passati alla realizzazione dell'anello esterno e delle zone interne di riscaldamento, arrivo e chiamate, il tutto in 21 giorni e con l'aiuto di nove operai Mondo.
Buxadé ricorda che i lavori preventivi di tracciamento e di preparazione della base hanno reso necessario un " personale di grande esperienza e precisione”, per determinare i mezzi costruttivi concreti prima che si manifestasse qualsiasi problema.
In effetti, grazie alla sicurezza acquisita nei suoi anni di esperienza, Buxadé è certa che i materiali avrebbero anche potuto essere "i migliori sul mercato, ma se il personale tecnico e i responsabili del montaggio non fossero stati così professionali e specializzati, i risultati non sarebbero stati altrettanto soddisfacenti".
In questo senso, l'architetto spiega che, poiché la realizzazione doveva essere effettuata in due fasi, tra le quali dovevano trascorrere necessariamente 10 mesi, doveva essere tenuta in conto l'inevitabile differenza di colore tra le differenti zone. “Per questo abbiamo proposto che l'azzurro segnasse le piste e che il verde fosse un colore di fondo". Le pavimentazioni dello stesso colore ma con fasi distinte sono individuabili solo nelle intersezioni della corsia del lancio del giavellotto con la pista”.
Aggiunge poi Buxadé: “La pavimentazione utilizzata ha una vita utile circa di 8-10 anni”, ma in una pista poco utilizzata e con la manutenzione corretta, “può durare più di 15 anni, come è successo con la precedente pavimentazione Mondo, che è durata 21 anni”.
Josep Sánchez, direttore dello stadio, segnala che, in occasione dei grandi appuntamenti, tutta la pista viene protetta con moquette per eventi e sopra questa viene collocata la pavimentazione corrispondente al materiale e al lavoro che verranno realizzati, pertanto alluminio, legno compensato, piastre speciali in plastica, gomma ecc. “Una volta rimossi tali materiali, si procede ad una pulizia generale con acqua in pressione. Questa pulizia viene effettuata ogni mese, anche se non si sono svolte manifestazioni”.
Secondo Sánchez, lo Stadio Olimpico non solo è noto per l'indiscussa velocità della pista ma anche perché "è stato sempre caratterizzato da una multifunzionalità nella gestione di eventi sportivi, spettacoli musicali, per famiglie e di qualsiasi altro tipo. Fin dall'inizio, il motto della società è stato "Dove tutto è possibile’”.
Per Sánchez, essere il direttore di uno stadio “emblematico come quello di Barcellona, costruito nel 1929, è un grande onore; avere a disposizione le piste più veloci è invece una grande fortuna, insieme alla gestione di questa struttura, realizzata per ospitare gli eventi di maggiore prestigio per la città.
Alla domanda su quali siano i valori della nuova pista da sottolineare, Buxadé ha risposto citandone quattro: “Affidabilità, innovazione, qualità e rispetto dell'ambiente”.
Buxadé sottolinea l'elevatissima affidabilità” dei materiali utilizzati. “Non è un caso se Mondo è diventata l'azienda di riferimento mondiale del settore delle pavimentazioni sportive”. Questa affidabilità è accompagnata da un elevato grado di innovazione, perché quando "si tratta di ripavimentare in due fasi una pista storica che ha sopportato e dovrà sopportare un uso massivo, non specificatamente sportivo, risulta imprescindibile un'innovazione in tutti i dettagli”.
Per la stessa ragione, non è possibile tralasciare nemmeno il fattore qualità. “Solo esigendola fin dall'inizio ci si può attendere che questa nuova pista duri altri 21 anni”, ha affermato l'architetto che ha firmato il progetto.
Ultimo ma non meno importante, Buxadé sottolinea l'impegno profuso affinché la produzione e l'installazione di qualsiasi materiale costruttivo “implicassero il minimo impatto ambientale e consumo energetico”, un'attenzione condivisa anche da Mondo.
Questi valori hanno contribuito ad ampliare e a rinnovare lo Stadio Olimpico di Barcellona, trasformandolo in un simbolo e in un punto di riferimento per lo sport internazionale. Grazie agli appuntamenti sportivi del 1992 e del 2010, la città ha saputo mostrare al mondo la sua capacità organizzativa, il suo carattere appassionato e il suo indiscusso potere d'attrattiva. Forse la storia e la mitologia non si sbagliano e il Monjuïc evoca i fasti dell'antico Monte Olimpo e delle sue imprese sportive.