Campo di atletica Fontanassa

Dopo un intervento massiccio di ristrutturazione, in cui Mondo ha avuto un ruolo chiave, è tornato a nuova vita uno degli impianti sportivi più importanti della Liguria. Grazie alla pista Mondotrack, gli sportivi del Fontanassa possono oggi godere non solo di un panorama mozzafiato, ma anche di una superficie di altissimo livello.

Una pista con vista sul mare

Posizionato su un rilievo con una splendida vista sul mare, il campo sportivo Fontanassa è da sempre un impianto strategico per la provincia di Savona e per tutta la Liguria, grazie alla sua posizione centrale rispetto ai due estremi della regione. Utilizzato dal CUS Savona, dall'Atletica Arcobaleno Savona e dal Savona Rugby, oltre che da un grande numero di atleti amatoriali, l'impianto ha recentemente subito una profonda riqualificazione, necessaria per rimediare ad anni di mancata manutenzione. “Il progetto originario di ristrutturazione risale al 2000, ma ci sono voluti 12 anni perché potesse svilupparsi fino alla completa realizzazione dell'opera. Uno dei maggiori problemi da superare era ottenere la copertura finanziaria del progetto”, ricorda David Cosentino, Area Manager della divisione Sport&Flooring di Mondo. Il completamento della ristrutturazione è avvenuto con la posa della nuova pista di atletica fornita da Mondo, ma l'azienda ha avuto un ruolo primario in tutto il processo di riqualificazione che ha dato nuova vita a un centro sportivo unico nel suo genere. “Gli atleti che utilizzano la pista, oltre ad avere una splendida vista sul mare, godono di una sorta di quinta naturale grazie a una collina che si trova dietro il centro sportivo” , commenta l'architetto Stefano Longhi, progettista e direttore dei lavori.

Situazione critica

Prima dell'intervento di riqualificazione, l'impianto evidenziava una lunga serie di criticità strutturali. La vecchia pista di atletica leggera, ad esempio, mostrava uno stato di completo degrado del manto superficiale in colato, che in certi punti era addirittura scomparso: un potenziale pericolo per gli atleti. “La vecchia pista risaliva al 1983. Presentava dei grossi cedimenti, anche di 30 cm, e alcuni squarci. Sono stati tolti tutti gli asfalti e rifatti i cordoli, tutto è stato messo in bolla ed è stato installato il nuovo materiale Mondo. Il rifacimento è stato completo e ha riguardato sia le opere edili che quelle tecniche”, commenta Marco Mura del CUS Savona, direttore tecnico dell’impianto. L’anello centrale della pista non è stata la sola area a richiedere un intervento. La lunetta nord dedicata al salto in alto, per esempio, era irregolare, con pendenze errate rispetto a quanto richiesto dalle normative IAAF. “Uno degli interventi più importanti ha riguardato proprio la lunetta. Inoltre c'era un problema di cedimento del terreno, in particolare in corrispondenza della partenza dei 200 m, un problema di mantenimento della linearità della pista, riconducibile alla natura del sottofondo”, ricorda Stefano Longhi. Altre due rilevanti criticità, affrontate e risolte, riguardavano il regime delle acque meteoriche che risultava insufficiente, e l'assenza di complanarità tra la pista di atletica e il campo da gioco.

Problema di complanarità

Considerate le condizioni in cui si trovava l'impianto, un profondo intervento di ristrutturazione era l'unico modo per rendere la pista e le pedane a norma, secondo quanto prescritto nel Regolamento Nazionale FIDAL, oltre che funzionali e sicure per gli atleti. Prima di installare la nuova pista è stato necessario asportare completamente le attrezzature, i cordoli e tutta la superficie sportiva esistente. Uno dei problemi che ha richiesto particolare attenzione è stato il livellamento tra campo di gioco e pista di atletica. Dopo un'attenta analisi, che ha tenuto conto anche dell'aspetto economico dell'operazione, si è deciso di riportare della terra all'interno del campo, aumentando così l’altezza dello stesso fino a raggiungere il giusto livello di complanarità tra i due elementi. “Una volta realizzato l'anello, in certi punti il dislivello sarebbe stato importante, fino a 40/45 cm. In queste condizioni non si sarebbero potute disputare gare di disco, giavellotto, martello. L'intervento è stato molto problematico, perché il terreno naturale non era disponibile nella provincia di Savona ed è stato necessario trasportarlo dalla provincia di Cuneo. È stato scelto materiale con caratteristiche particolari richieste dagli agronomi del comune, con i quali si è studiata anche la sistemazione più idonea per l'impianto d'irrigazione e la qualità del seminativo”, spiega l'architetto Longhi.

Una nuova pista e un nuovo impianto

Al momento di decidere quale superficie fosse più adatta per il rinnovato centro sportivo Fontanassa, è stato scelto Mondotrack, prodotto appena lanciato all’epoca sul mercato, ma già con alcune referenze positive in Italia: “Quel tipo di superficie, prestazionale ma non pericoloso per i tendini e i muscoli degli atleti, era già stato installato per esempio a Castelnovo ne' Monti e al Parco Ruffini di Torino”, ricorda David Cosentino. Per la pista a sei corsie del centro sportivo Fontanassa è stata scelta la pavimentazione Mondotrack 13 mm, nei colori blu e azzurro. “Il risultato ha soddisfatto le attese: per la scelta della superficie, dal punto di vista cromatico e anche per la distribuzione delle strutture”, commenta l'architetto Longhi. Mondo ha fornito anche le attrezzature per la corsa, i salti e i lanci. L'azienda ha realizzato anche le opere edili. In totale l'area pavimentata è stata di circa 5200 mq. “Per tanti anni non si era investito su quest'area: l'impianto presentava tribune precarie, servizi datati, una pista in cattive condizioni, un sistema d'irrigazione inesistente e altre situazioni al limite. L'intervento di Mondo ha permesso, tra l'altro, di occuparsi in toto delle nuove quote sul terreno, modificare tutti i cordoli, riportare tutta la parte asportata del manto sportivo, modificare le pedane dei lanci secondo le direttive IAAF, rifare le due pedane del getto del peso, modificare la pedana disco con il riposizionamento della gabbia. Si è trattato di un lavoro davvero massiccio”, commenta l'architetto Stefano Longhi. ***

Oltre la pista, il rifacimento delle pedane

Due anni prima dei lavori che hanno portato alla riqualificazione definitiva del centro sportivo Fontanassa, Mondo era già intervenuta ristrutturando parte dell'impianto. “Mondo aveva fatto due interventi, realizzando la gabbia per il lancio del disco e del martello. Un anno dopo era stata realizzata la pedana per il lungo e il triplo”, ricorda David Cosentino. La ristrutturazione completa dell'impianto ha permesso di completare il progetto, risolvendo due criticità che avrebbero potuto creare problemi per l'omologazione della pedana: il piano di pendenza dell'area, in contrasto con quanto previsto dalle vigenti norme FIDAL, e l'assenza di scarichi per l'acqua. I lavori si sono concentrati anche sulle due pedane per il getto del peso, posizionate nella zona sud dell'impianto. In particolare, una di queste era sprovvista di lunetta e con la zona di caduta attrezzo coincidente con i pali del campo da rugby. Questa pedana è stata demolita e l'area ricoperta di terra seminata. Al suo posto, ne è stata posizionata una nuova più a lato, dotata di bordatura con cerchio regolarmente metallico e pedana fermapiede.

Meeting di Savona e doppio rettilineo

La pista di atletica leggera del centro Fontanassa viene utilizzata ogni settimana da circa 500  persone. Grazie all'impegno di Marco Mura, direttore tecnico dell'impianto, il centro ospita ogni anno una serie di eventi sportivi, tra i quali spiccano due meeting di livello internazionale. “Il primo è una gara di lanci che nel corso degli anni ha raggiunto una certa notorietà; il secondo è il Memorial Ottolia che prevede competizioni di corsa, salti e lanci. Nel corso del 2014 a Savona sono stati organizzati dieci manifestazioni con la presenza di oltre 2000 atleti”, racconta Mura. “Una caratteristica importante del meeting di Savona è l'utilizzo di un doppio rettilineo omologato: trovandosi il centro in una zona ventosa, i 100 m e 110 ostacoli si correrebbero sempre col vento in faccia, ma grazie al doppio rettilineo, realizzato insieme all'architetto Longhi, l'atleta può correre anche dalla parte opposta” conclude il direttore tecnico.